Lasciamo Saint Lucia e l’oceano per dirigerci verso nord, alla volta del Kruger, superando ancora una volta le montagne che si innalzano a ridosso della costa per tornare sull’altopiano. I paesaggi sono bellissimi, come sempre, grandi piantagioni e villaggi ordinati nei quali spiccano le capanne rotonde della tradizione zulu, il gruppo etnico più numeroso del Sudafrica. Solo qui nel KwaZulu-Natal se ne contano oltre sette milioni e mezzo. Il navigatore portoghese Vasco da Gama battezzò queste terre Natal, essendovi arrivato il giorno di Natale del 1497, ma alla metà dell’Ottocento i residenti europei erano meno di 5000. Poi, con l’introduzione di manodopera dalle colonie britanniche e della ferrovia, venne avviata l’agricoltura su vasta scala ed ebbero inizio i conflitti tra boeri, inglesi e zulu che portarono a vere e proprie guerre (due tra inglesi e boeri e una tra inglesi e zulu). Gli zulu ne uscirono sconfitti, perdendo per sempre la loro indipendenza. Fu solo nel 1994 che la provincia del Natal venne ribattezzata KwaZulu-Natal, terra degli zulu oltre che Natal.