Oudtshoorn sarà anche stata una cittadina prospera ai primi del novecento, ma oggi ha un aspetto un po’ scrostato e tanti ragazzini neri in giro a mendicare. Sono rimasti gli allevamenti di struzzi, grandi campi di tabacco e tanta campagna semi arida. Torniamo a dirigerci verso le montagne, in un paesaggio dall’aria così mediterranea che sembra di esser a casa – tranne gli struzzi e l’occasionale babbuino che spunta curioso tra i cespugli e si ritrae subito, spaventato dal rombo dei nostri motori. Ci inoltriamo su un altopiano punteggiato da fattorie da cartolina, tutte linde e ordinate circondate da alberi da frutta, pere e mele da esportazione.
E finalmente ci cimentiamo con il nostro primo sterrato, una pista che si arrampica sulle montagne tra paesaggi bellissimi. I nostri trattori ringraziano e anche gli autisti rompono il ghiaccio e, tra un sobbalzo e l’altro, si divertono anche! Pausa pranzo in un localino nascosto in una valletta idilliaca, con tanto di ruscelletto e tavoli all’aperto, tra i fiori, che nasceva baraccio da biker con un nome allusivo, Angie’s G-spot, ma deve essersi pentito.
Non si è ancora ripulito del tutto (è bello unto), ma diamogli tempo! Ancora qualche ora di sterrato e scendiamo al livello del mare per raggiungere Plettenberg Bay, una località turistica molto conosciuta.