Le aziende di pochi ettari rappresentano una parte importante dell’agricoltura italiana sia in termini numerici, sia perché molto spesso operano in nicchie di mercato specializzate di grande valore. Tra queste è l’azienda Eliopolis, una piccola realtà in provincia di Bologna che si è specializzata nella frutticoltura e più in particolare nella coltivazione delle ciliegie. A Crespellano, frazione nell’area compresa tra bologna e la collina modenese tra le più vocate a questa produzione, Angelo Luccioni, insieme alla moglie Ivana e alle figlie Aurora e Serena, da diversi anni ha sviluppato questa attività, con l’intento di creare una vera e propria isola nel verde, tra alberi di ciliegi ed altre piante da frutto.
Un progetto che va oltre la sola produzione agricola: Eliopolis è, infatti, anche un piccolo residence, un Bed & Breakfast a conduzione famigliare dove gli ospiti possono rigenerarsi entrando in contatto con la natura ed assaporare antichi sapori come quello delle composte biologiche di ciliegie autoprodotte.
“Il progetto di Eliopolis, spiega Angelo, è nato come sogno 25 anni fa quando abbiamo iniziato a pensare ad una conversione dell’azienda di 4,5 ettari di proprietà dei suoceri di Angelo, Luisa e Bruno, chiamati affettuosamente “nonni”. E’ stato un percorso lungo: siamo partiti dalle potature, con l’obiettivo di abbassare l’altezza delle piante in modo da potere gestire più agevolmente sia per i trattamenti che la raccolta, per poi arrivare ad una gestione della coltivazione il più naturale possibile”.
Per fare questo Angelo ha studiato Fukuoka, Steiner e Hazelip, fautori delle tecniche di agricoltura biodinamica e sinergica per favorire l’autofertilità del suolo, cercando di allontanarsi sempre più dal ricorso alla chimica. Eliopolis è oggi soprannominato “Il giardino dei ciliegi” per la grande cura che viene dedicata alle 2000 piante in coltivazione: per evitare l’utilizzo di diserbanti il sottofila viene pacciamato con paglia, mentre l’erba nell’interfila viene gestita attraverso la trinciatura meccanica; la fertilizzazione viene realizzata con letame ed anche i trattamenti antiparassitari vengono eseguiti con particolare cautela, riducendo al minimo indispensabile sia i dosaggi che il numero degli interventi.
Tutte le operazioni meccanizzate vengono eseguite con un piccolo parco macchine basato sulla massima precisione ed efficienza, studiato in ogni minimo dettaglio per fare fronte alle necessità aziendali.
“All’inizio di quest’anno, afferma Angelo, abbiamo deciso di acquistare un nuovo trattore dotato di cabina per potere eseguire i trattamenti in totale sicurezza e subito abbiamo pensato al marchio McCormick. E’ stata una scelta emotiva, specifica Angelo: McCormick è stato infatti il primo trattore acquistato da mio suocero nel 1975, una macchina che ancora oggi conserviamo orgogliosamente in azienda, e così abbiamo voluto ripercorrere la stressa strada”.
“Dopo avere interpellato diversi concessionari, racconta Angelo, abbiamo finalmente incontrato Manferdini a Calderara di Reno (BO), che ha saputo interpretare perfettamente le nostre necessità ed indirizzarci sulla macchina più adatta alla nostra realtà, un McCormick X4.30”.
Arrivato in azienda da pochi mesi, l’X4 è destinato a tutte le operazioni colturali oggi meccanizzate, dai trattamenti antiparassitari alla trinciatura dell’erba, dalla pulizia del sottofila con una fresa interceppi al traino dei carri e al trasporto durante la raccolta, che per i duroni richiede un impegno ininterrotto per 40-45 giorni.
“Il McCormick X4 sottolinea Angelo, è ideale per la nostra realtà, è una macchina molto maneggevole che ci consente di eseguire senza difficoltà le manovre di fine filare anche in presenza di spazi ridotti, è molto semplice da guidare e ha un comfort molto simile a quello di un’automobile, tanto che molte volte lo utilizziamo anche per andare in paese. Rispetto al trattore che utilizzavamo precedentemente è un mondo completamente nuovo”.
“I nonni, racconta Angelo, ci hanno permesso di coronare il nostro sogno, così li abbiamo coinvolti in ogni fase della conversione aziendale e quindi anche nella scelta del trattore hanno avuto parte attiva. Pur essendo molto legati alla tradizione hanno capito quanto sia vantaggioso e importante portare innovazione nell’azienda e così è stato anche per l’introduzione del nuovo McCormick”.
“Oggi, conclude Angelo, la vera sfida è sapere conciliare una filosofia produttiva conservativa con la redditività. E’ molto difficile trovare il giusto equilibrio, ma la strada è inevitabilmente legata all’innovazione tecnologica”.